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Gay & Bisex

La mia adolescenza 19


di FRANK_1987
29.04.2019    |    6.588    |    4 8.5
"Molte volte ha perso il lavoro, parecchie ha rischiato di farlo e da cinque anni e’ stabile sempre nella stessa scuola..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Il prossimo capitolo uscirà LUNEDI’. Questi racconti si collocano prima dell’inizio della saga “IL FIDANZATO DI MIA SORELLA”. Possono essere considerati dei prequel non dei sequel, quindi, se volete leggerli immedesimandovi, dovrete dimenticare tutto quello che avete letto finora o almeno cercare di posticiparlo nella vostra mente in modo da rendere queste letture più facili senza confondervi cronologicamente.

La festa di ogni cretino

CAPITOLO 19

Da quando sono tornato dalla montagna, ho chiuso i ponti con tutti. Un weekend dovevo vedermi con Guglielmo ma l’ho chiamato dicendogli che non sarei potuto andare da lui. Il fine settimana successivo, faccio la stessa cosa fino a quando non gli dico esplicitamente che non voglio continuare a vederlo. La stessa cosa faccio con Manfredi. Il carabiniere ci rimane male perché ha creduto di trovare in me una persona della quale fidarsi ma lo consolo dichiarandogli che non avrei mai raccontato a nessuno la sua doppia vita di carabiniere indefesso di giorno e scopatore di ragazzini prostituti di notte. Mandandoli a farsi fottere, decido di concentrarmi sulle uniche relazioni che mi fanno stare bene, quella con il mio sverginatore e quella con Giorgio. Ho detto che mi fanno stare bene ma in realtà c’e’ qualcosa che manca e quel qualcosa e’ chiuso gelosamente nel cassetto della mia scrivania. E’ il costume da cameriera che Vladik mi ha fatto indossare a Capodanno mentre mi scopava trattandomi come un verme all’oscuro dei miei genitori e della sua fidanzata cattolica osservante intenti a festeggiare il nuovo anno nella hall dell’albergo. Ogni volta che sento il bisogno di provare quelle emozioni, chiudo a chiave la porta della mia stanza, mi sdraio su letto, tiro fuori il mio cazzo incredibilmente in tiro e mi masturbo avvolgendo il mio membro con la stoffa del vestito. Da quando l’ho portato a casa mia iniziando questa perversione, ci sono talmente tante macchie che andrebbe lavato ma come faccio a spiegare ai miei genitori la presenza di un vestito del genere nel bucato? Siamo una famiglia facoltosa, si, ma la mamma riesce a fare le pulizie di casa da sola senza farsi aiutare da nessuna donna di servizio e mia sorella non se ne va di certo in giro con un abito del genere. Anche mio padre e mio fratello non possono essere aditati come i proprietari di quel capo, quindi l’unico al quale farebbero delle domande sono io, il ragazzo fighettino un po’ effeminato. Quando sono talmente eccitato, distendo quell’indumento sul materasso, infilo le autoreggenti sotto la gonnellina, metto la parrucca dove dovrebbe esserci la testa della persona che lo indossa e poi mi ci sdraio sopra cominciando a strofinare il mio pene sul tessuto. Non so perché faccio una cosa del genere ma questo mi porta a pensare che non dovrebbe essere tanto male scoparsi una vera ragazza vestita in quel modo soprattutto quando un giorno arrivo a strizzare la zona del reggiseno naturalmente vuoto. Questo non mi fa nessuno effetto, non mi fa preoccupare che io stia cambiando anzi, sono comunque un ragazzo in piena crisi ormonali ed e’ normale pensare ogni tanto alle ragazze. Come dicevo in precedenza, le mie relazioni non mi danno quello che cerco quando mi ammazzo di seghe nella mia stanza pensando a Vladik. Sebbene possa raccontare ogni cosa ai miei due uomini, questo segreto rimane tale perché non voglio che mi vedano debole ai loro occhi. Con il mio sverginatore non dovrei avere tanti problemi. Semmai mi verrebbe voglia di confessargli i miei torbidi desideri sono sicuro che non mi tratterebbe mai come ha fatto il russo, perché mi vede come un nipote a cui, però, scopa il culetto. Giorgio potrebbe avere dei dubbi e, nonostante la nostra relazione versatile, non voglio che usi la violenza per soddisfare i suoi desideri reconditi evitando che lui non si faccia fare le stesse cose spinte che farebbe a me.
“Perché non usciamo un po’?”, mi chiede Giorgio dopo aver mangiato a casa mia
“Dove vorresti andare?”, replico seduto insieme a lui sul divano facendo zapping
“Lo sai”
“Vuoi ritornare in quel locale?”
“Tu non vorresti farlo? Da quando siamo tornati dalle vacanze non abbiamo incontrato nessun altro”, dice Giorgio amaramente
“Credevo che io ti bastassi”
“Certo che e’ così ma siamo ragazzi, siamo liberi di fare quello che vogliamo e siamo bellissimi. Se non li usiamo adesso il cazzo e il culo quando lo facciamo? Non voglio ritrovarmi da vecchio con il culo che non ha preso tanti cazzi quanto avrebbe dovuto”
“Ok, andiamo, ma non per forza dobbiamo trovare qualcuno”
“E’ San Valentino, Giulio, l’hai dimenticato? Dobbiamo farci un regalo reciproco”
“Non possiamo scambiarci una scatola di cioccolatini come fanno le altre persone?”
“No, ma se vuoi regalarmi un uomo color cioccolato, fallo pure. Lo gradirei eccome”, mi risponde facendomi sorridere “andiamo, ne sceglierò uno talmente bello che non gli dirai di no”, fa il mio fidanzato alzandosi e saltellando come una checca
Quando si tratta di prendere cazzi in culo e’ più femmina di me nonostante faccia il maschio anche con le ragazze ed io no. E’ un giorno particolare di Febbraio questo, ed io e Giorgio ritorniamo al locale gay. Lui dice che in questo periodo i party dedicati alla prima festa principale del mese non si riescono a contare sulle dita di una mano ed ha ragione. La discoteca e’ piena di gente di ogni etnia. Sembra che tutti i gay, i bisessuali e le lesbiche dei dintorni si siano riuniti per partecipare a questa festa sia come coppie monogame, sia come scambisti ma soprattutto come single per adescare qualcuno e festeggiare come si deve il giorno degli innamorati. Il mio ragazzo fissa un suo simile seduto ad un bancone. E’ il classico twink che non mi ispira particolare simpatia. Sono venuto qui con Giorgio per conoscere uno come Vladik, giovane o maturo non ha importanza, quello che più conta e’ che mi tratti come ha fatto lui. Il mio ragazzo si alza dal divanetto e si avvicina alla sua preda per parlargli mentre io osservo gli altri ballare, parlare e baciarsi. In piedi, vicino alla porta del bagno, noto un uomo che potrebbe fare al caso mio. Non e’ abbigliato in maniera particolare ma il maglione blu e lo jeans dello stesso colore lo fanno sembrare molto appetibile. Faccio l’impossibile per farmi notare e ci riesco. L’uomo mi osserva da lontano, io gli faccio cenno di avvicinarsi e lui lo fa.
“Buonasera”, esordisce
“Ciao”, gli rispondo formalmente
“Sei da solo?”
“No, sono in compagnia”
“Ah, scusa non volevo disturbare”, mi fa dandomi le spalle per andarsene
“No, cosa fai? Puoi sederti. Il mio fidanzato e’ andato a caccia”
“Siete scambisti?”
“Non proprio. Ci divertiamo a conoscere altre persone” gli dico “a volte lo facciamo in coppia, altre volte invece ognuno si sceglie quello che piace a lui e se lo porta a casa”, continuo a spiegargli notando che si tocca leggermente il pacco
“Mi chiamo Nicola”
“Io sono Giulio”
“Piacere di conoscerti”, mi fa
“Siediti accanto a me”, gli intimo
Nicola mi si accomoda vicino ed io mi giro verso destra guardandolo in faccia. Ha i capelli medio lunghi castani come gli occhi. La sua barba e’ stata tagliata sicuramente questa mattina perché già comincia a spuntargli contornandogli il viso. E’ molto interessato a quello che facciamo io e Giorgio e così gli spiego ogni cosa. Da come e’ cominciato tutto questo fino a quello che mi e’ successo in settimana bianca. Non so perché lo sto raccontando ad un perfetto sconosciuto ma forse la sua estraneità e’ proprio quello che mi serve per liberarmi da questo pensiero che mi tortura notte e giorno. Non conoscendolo, non mi importa cosa possa pensare di me ma in fondo e’ come se mi stessi confessando con un prete. A lui raccontiamo i nostri peccati senza dare peso a come possa giudicarci ed e’ questo che sto facendo con Nicola. Di lui invece mi racconta di avere 43anni, di non essersi mai sposato per colpa, o merito, della sua omosessualità e che fa il professore in una scuola media della città dove ci troviamo. All’inizio non e’ stato facile per lui. In ogni scuola che viene trasferito ci sono sempre quei genitori bigotti dei suoi alunni preoccupati che il loro insegnante possa condurre i figli sulla vita della perdizione cambiando il loro orientamento sessuale con i pensieri o, peggio ancora, violentandoli. Molte volte ha perso il lavoro, parecchie ha rischiato di farlo e da cinque anni e’ stabile sempre nella stessa scuola. Mentre parlo, io osservo la sua patta. E’ bella abbondante grazie all’incrocio dei suoi piedi che stringono un po’ il suo inguine.
“Ehi”, fa Giorgio avvicinandosi a noi con il twink
“Ciao. Giorgio ti presento Nicola. Nicola, lui e’ Giorgio, il mio fidanzato”, mi rivolgo verso il ragazzo e l’uomo
“Piacere di conoscerti. Giulio, lui e’…”
“Ma non avevi detto di volere un ragazzo di colore per farti scopare? Con lui dovrai essere tu a fare l’attivo”, gli faccio notare mentre il twink morde voluttuosamente la cannuccia del suo drink
“Lo so ma non ho resistito. Vuoi unirti a noi?”
“Veramente io…”
“Vai Giulio, non ti preoccupare. Vai a divertirti”, fa Nicola
“No, voglio rimanere qui. Voglio restare con te, ti dispiace? Sempre che tu lo voglia”, mi riferisco verso il docente mettendogli una mano sulla coscia
“Certo che lo voglio. Certo”, mi risponde Nicola
“Allora buon divertimento”, dico a Giorgio e all’adolescente
Giorgio scuote la testa sorridendo, poi abbraccia il ragazzino per il fianco sinistro e va via insieme a lui. Io rimango un altro po’ a parlare con Nicola. Pur essendo un bell’uomo mi confessa che per lui e’ molto difficile avere una relazione o anche trascorrere una serata di solo sesso. La sua ultima storia e’ finita 8mesi fa quando lui e il suo compagno hanno dovuto interromperla. In realtà non era neanche una relazione vissuta liberamente in quanto si dovevano vedere di nascosto perché l’altro era il padre di uno dei suoi studenti. Per questo, ora e’ qui. Per cercare di trovare qualcuno con il quale spassarsela prima che non possa farlo più e allora ha deciso di puntare sui ragazzi più giovani, quelli che muoiono dalla voglia di palpeggiare i muscoli di un uomo maturo e di farsi infilzare da un cazzo con i peli pubici leggermente imbiancati. Queste caratteristiche lui le ha tutte e due. Dal suo maglione, si intravede la sua prestanza fisica e dal suo pantalone, si scorge un voluminoso pacco. Prendo Nicola per il colletto del suo indumento e lo avvicino a me baciandolo con la lingua. La sua mano destra si poggia dolcemente sulla mia guancia sinistra mentre i miei arti lasciano andare il suo pullover depositandosi sui suoi pettorali. Il professore si sistema più comodamente le ginocchia sul divano mentre io mi accosto ancora meglio senza staccare le nostre labbra le une dalle altre. Ora la sua mano destra scende prudentemente lungo il mio collo, percorre il mio fianco destro e si deposita sulla chiappa corrispettiva.
“Dove vogliamo andare?”, mi chiede
“A casa tua?”
“Credevo andassimo a casa tua”, fa Nicola
“Non posso, io vivo ancora con i miei”
“Ma quanti anni hai?”, mi domanda preoccupato staccandosi improvvisamente da me
“Ne ho 18”
“Sicuro? Guarda che non voglio avere problemi”
“Non ne avrai, ti faccio vedere”, gli dico prendendo il portafogli “hai visto?”, chiedo a Nicola mostrandogli la mia carta d’identità “ho compiuto 18anni l’anno scorso e quest’anno farò i 19anni. Non e’ un documento falso usato solo per avere alcolici gratis perché altrimenti dovrei avere illegalmente 21anni. Anche se qui non badano all’età”
Il professore sembra più tranquillizzato e allora ci alziamo dal divanetto e usciamo. Sta piovendo a dirotto così lui si toglie la sua giacca di pelle, la usa come un ombrello per ripararci ed entriamo in macchina. Ci guardiamo ridendo fragorosamente e poi ci baciamo con passione. Passiamo almeno cinque minuti nella sua auto a limonare senza fregarcene del tempo che sta passando e che potrebbe essere usato per scopare. Alcune persone passano davanti a noi e ci guardano. Intanto il temporale sembra essere passato e un uomo più grande di Nicola si sta masturbando davanti alla sua macchina godendosi lo spettacolo. Lui se ne accorge e lo lampeggia con le luci costringendo l’uomo a rimettersi il cazzo nei pantaloni e ad andarsene. Raggiunta la casa, il professore accende i riscaldamenti. Mentre stava togliendo l’allarme alla vettura, il suo maglione si e’ bagnato sulle spalle allora se lo toglie esibendomi il suo petto. Pur essendo un italiano purosangue, ha la carnagione scura e i suoi muscoli pettorali sviluppati sono contornati da bel pelo. Al bicipite sinistro, un tatuaggio tribale lo circonda da parte a parte e poi usa la maglia per asciugarsi le spalle. Non resisto più e fermandolo per le sue braccia erculee, inizio a baciarlo. Nicola mi agguanta per i fianchi spingendomi contro di lui continuando a sbaciucchiarmi. Le mie mani restano incollate su quel corpo maturo, forte, vigoroso, muscoloso e villoso. Capendo la mia bramosia nei confronti del suo corpo, Nicola gonfia il suo bicipite destro e mi ordina di baciarglielo. Lo faccio molto volentieri e glielo lecco anche. Da sotto l’ascella parte il tipico rigonfiamento e lecco pure quello. Accaldato come sono, ho il coraggio di fare una cosa che non ho mai fatto in vita mia: comincio a leccargli l’ascella. E’ leggermente pelosa e odora di profumo al muschio. I suoi peli mi solleticano il naso e continuo a sbavare sotto il suo braccio e sul suo bicipite afferrandogli il cazzo duro da sopra i pantaloni. Ha la minchia ingrossata verso sinistra, allora mi tolgo la maglia, smetto di leccargli l’ascella praticando la stessa cosa sul torso villoso e mi inginocchio lentamente finendo con la bocca davanti alla sua patta. Sbottono il pantalone a Nicola e tiro fuori il suo arnese. Un pezzo di carne di 23cm me lo infilo dentro la bocca. Lo impugno con una mano e glielo succhio cercando di farne entrare il più possibile. Quando lo tiro fuori, il professore lo usa per schiaffeggiarmi per poi rimettermelo dentro la bocca e scoparmela con forza. Sono riuscito a trovare ancora un’altra persona capace di trattarmi come un giocattolo, ma sarà all’altezza di Vladik? Dopo avermi fottuto la bocca facendomi cadere all’indietro sul tappeto lasciandomi andare la nuca, mi fa alzare e mi spoglio levandomi tutto. Anche lui si toglie completamente i pantaloni e poi mi abbraccia e mentre io gli accarezzo la parte di sopra del suo corpo, lui accarezza la parte di sotto del mio, più precisamente il mio culo. Me lo spalanca letteralmente con le sue grosse dita infilandole dentro il mio buchetto con fare rozzo senza aversele prima umettate. I ricettacoli della mia mucosa anale sono in festa. Dopo avermi messo a pecorina sul divano e avermi leccato il culo, Nicola prende un preservativo da dentro la tasca del suo pantalone, lo indossa ed entra in me con irruenza.
“Scopami, porco, scopami”
“Sei una puttana”, mi rimprovera Nicola sculacciandomi
“Ah, si…ooohhh…ancora, più forte…aaahhh”
“Te lo rompo più di quanto lo sia già”, fa lui
“Si, rompimelo…uuuhhh…spaccamelo, aprimelo tutto”
“Basta, così mi farai venire”
“Non ti permettere”, gli rispondo arrabbiato
“Non pensare male ma sei così eccitante che non riesco a controllarmi”
“Fallo…ooohhh…e non te ne pentirai”
Nicola continua a scoparmi ma questa volta più lentamente. Non vuole raggiungere l’eiaculazione precocemente nonostante lui non soffra di questo problema e capisco di essere io quello che accende tutti i suoi bollenti spiriti non potendosi controllare come dovrebbe. Con la mano destra sulla mia chiappa sinistra e la mano sinistra sulla spalla destra, prosegue a trombarmi lentamente. In questo modo riesco a sentire perfettamente tutti i suoi 23 centimetri di lunghezza per 15 centimetri di circonferenza. Si, avete letto benissimo. 15 centimetri di circonferenza stanno allargando le pareti del mio culo. Sebbene non sia il più lungo che ho preso finora, i 25 centimetri del cazzo del mio sverginatore non li ha ancora superati nessuno, e’ sicuramente il più grosso, più di quello dell’uomo che ha preso la mia virtù. I peli del suo corpo, uniti a quelli del suo pube, solleticano le mie chiappe dandomi un leggero sollievo. Non sta usando tutta la violenza di Vladik ma Nicola e’ sulla buona strada. In fondo il ragazzo ha voluto punirmi per averlo circuito essendo comunque eterosessuale ma Nicola non ha bisogno di questi mezzucci essendo anche lui come me. Poi si abbassa facendo aderire il suo corpo villoso alla mia schiena e mi bacia muovendo solamente il bacino per scoparmi. Io ho la bocca aperta e faccio mille smorfie di piacere e lui mi guarda con un’espressione da porco.
“Ancora…aaahhh…ancora Nicola…ooohhh…più forte, più forte”
“Sei un assatanato”, mi risponde
“Voglio sentire tutto…uuuhhh…il tuo cazzone dentro di me”
“Cazzo, ci entra tutto”
“Tutto…ooohhh…deve entrare”
“Sembra una voragine”, si stupisce
“Allargala…aaahhh…ancora”
“Se continuo così finirà per staccarsi e rimanere intrappolato nel tuo culetto per sempre”
“Così mi scoperò…ooohhh…con il tuo bastone ogni volta…uuuhhh…che non ci sarai”
Il professore si solleva e, premendomi sulle spalle, spinge il suo membro sempre di più in profondità. Sembra voglia accontentarmi e ci sta riuscendo. Non sento più dolore al culo, ormai e’ abituato ad ogni cazzo e quando me lo guardo allo specchio, lo trovo sempre più allargato. Me lo sono guardato anche prima di uscire, stasera, e voglio guardarmelo dopo che un 23x15 mi sta martellando inesorabilmente. Quando Nicola esce dal mio culo e mi alzo, mi afferra per il collo stringendolo. Con i suoi pollici mi stringe all’altezza del pomo d’Adamo costringendomi ad aprire la bocca per poter respirare. Le sue maniere rudi mi fanno mettere le mani sul mio pene per la prima volta nella serata. Mentre lui mi bacia e mi lecca la lingua, io mi masturbo ma subito dopo mi lascia andare e si siede sul divano con una gamba penzoloni e l’altra distesa sui cuscini. Io accolgo l’invito silenzioso di sedermi su di lui e quando lo faccio, prendo la sua nerchia e la guido ad entrare in me. Comincio a cavalcare Nicola che fa passare le sue mani sotto le mie cosce riuscendo ad afferrarmi le chiappe. In questa posizione, lui non sta facendo assolutamente niente perché sono io ad avere il perfetto controllo della situazione.
“Cavalca, cavalca, puledrino”, mi incita
“Lo sento…ooohhh…tutto”
“E’ di tuo gradimento?”, mi domanda scopandomi
“E’ il più…aaahhh…grosso che ho preso…uuuhhh…finora”, specifico
“Scopati da solo, zoccoletta”
“Sfondami”, gli grido
Nicola poggia i suoi piedi sul divanetto sollevando leggermente il bacino come se stesse camminando imitando un ragno e inizia a scoparmi il culo verso l’alto aiutato da me che lo spingo verso il basso. Si abbassa e arpiona le mie chiappe con le mani proseguendo nella sua opera di scopamento ma poi io gli alzo le braccia in aria. I peli sono lievemente bagnati dal sudore e attaccati gli uni con gli altri ma i feromoni che sto emanando in questo momento non mi fanno pensare a quanto mi facesse schifo fare quello che sto pensando, prima d’ora, e quindi riprendo a leccargli le ascelle. Gliele pulisco dal sudore ma gliele bagno contemporaneamente della mia stessa saliva. Poi gliele accarezzo e con le mani sporche di sudore e saliva, riprendo a masturbarmi il cazzo. Faccio ancora quattro salti su quel palo e alla fine, sentendo le sue palle toccarmi le chiappe e la sua cappella stimolarmi la prostata, sborro arrivando fin al suo collo. Nicola si spalma il mio sperma sul suo corpo appiccicando alcuni grumi tra la sua peluria e poi mi fa scendere da sopra il suo bastone e mi fa inginocchiare per terra. Si siede dritto a bordo del divano e incrocia i suoi piedi l’uno sopra l’altro. Si sega freneticamente eiaculando sui suoi arti inferiori e lecca una goccia di liquido seminale depositata tra il suo pollice e l’indice.
“Vuoi assaggiare la mia sborra?”, mi domanda
“Si, lo voglio”
“Allora avvicinati”, mi dice e io lo faccio “fermo”, mi fa perentorio mentre gli prendo la mano segaiola per ripulirgliela “leccami quella dei piedi”, mi ordina
“Cosa?”
“Su avanti. Mi hai detto tu che vuoi essere trattato come un giocattolo e io lo sto facendo”
“Ma non ho mai leccato dei piedi. Mi fa schifo”
“Non ti sto dicendo di leccarmi i piedi ma la sborra”, precisa Nicola
“Va bene”, gli rispondo prendendo un grosso respiro finendo per ripulirgli i piedi, che puzzano di mocassini, dal suo sperma
“Sono stato bravo quanto quel ragazzo russo?”, mi chiede ma io non lo rispondo
Non so equiparare le due scopate. Con entrambi ho fatto cose che non avrei mai pensato di fare. Per la prima volta, con Vladik mi sono travestito da donna facendomi fottere come se lo fossi davvero mentre con Nicola, per la prima volta, ho leccato sborra dai suoi piedi sebbene questa si era depositata solamente sui dorsi e non sulle dita. Io e Nicola decidiamo di vederci stabilmente anche se gli chiedo di non farmi fare più quello che mi ha ordinato di fare alla fine. Sono diventata la sua troietta servizievole. A volte, con la complicità di Giorgio, mento ai miei genitori dicendo di andare a mangiare da lui quando invece vado da Nicola a fargli la cameriera. Ogni tanto rimetto di costume regalatomi da Vladik ma sono di più le occasioni dove gli servo i cibi completamente nudo che mascherato. Poi, dopo averli consumati, mi fa mettere a quattro zampe e mi fa mangiare i suoi avanzi conditi con il suo sperma. E’ arrivato anche a chiedermi di bere il suo piscio ma io mi sono rifiutato diverse volte (SE L’AVESSI INCONTRATO ADESSO NON L’AVREI RIFIUTATO AFFATTO) e lui alla fine, contravvenendo al suo ruolo di padrone, acconsente al mio rifiuto. In poche settimane mi ha trasformato nel suo slave personale arrivando a farmi indossare costumi fetish portandomi in un club BDSM ma mai scambiandomi con nessuno. Sono suo.

FINE CAPITOLO 19

TO BE CONTINUED

QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA ADOLESCENZA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI
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